Dream Theater – Another Day (1992)

27 Mag

Alcune settimane fa, un video che avevo pubblicato sui Dream Theater riscosse pareri discordanti, alcuni la vedono come il sottoscritto, nel constatare certe cadute, soprattutto nello stile e nel sentimento, di questa band. Altri hanno notato una certa crudeltà verso un gruppo che comunque a me, come ad altri, ci ha formato. E forse, in parte, hanno anche ragione, e forse il discorso sull’assenza di Labrie a buon ragione non ha convinto, ma andrebbe spiegato in più di due righe.

Ora faccio però un ragionamento inverso e – ma non a discolpa del primo intervento, che continuo ancora a ritenere validissimo nelle affermazioni proposte – vi mostro quando i Dream Theater mi piacciono e per questo continueranno a piacermi.

Dato per scontato che l’album Images and Words sia uno dei meglio riusciti a Petrucci e soci, il brano Another Day, a mio avviso (ma non è il solo di questo album, anzi, forse è l’intero album a farmi emozionare), espleta le funzioni che mi ero proposto di evidenziare: piacere nel suonare, un sentimento che stavolta c’è, è lì, pronto ad essere intavolato e offerto all’ascoltatore. Che siate fan o meno, non importa, a me i Dream Theater piacciono così, quando la tecnica si associa alla melodia, tecnica che non guasta soltanto quando c’è un vero messaggio da veicolare.

Una Risposta to “Dream Theater – Another Day (1992)”

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  1. Dream Theater – Burning my Soul (1998) « The Book Of Saturday - Maggio 3, 2012

    […] adesso non so più che periodo prendere in considerazione. Per quanto mi riguarda, sono rimasto ad apprezzarli per i lavori in studio, ma dal vivo, sebbene non sono ancora ai livelli di odio profondo del Prof […]

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